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Technoragazze 24/25

La classe 1K (as. 2024/25) racconta la visita al Museo del patrimonio industriale


La mia esperienza al Museo del Lavoro: un incontro con la storia delle lavoratrici metalmeccaniche


Recentemente abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a una visita al Museo del patrimonio Industriale di Bologna, un luogo che racconta la storia della città attraverso la sua evoluzione industriale e la lotta per i diritti dei lavoratori. Durante la visita, abbiamo  incontrato ed intervistato due ex lavoratrici e sindacaliste dell’industria metalmeccanica del territorio: Edgarda e Vanna. Le loro testimonianze hanno aperto una finestra sulla realtà del lavoro, sulle sfide del passato e sui significativi cambiamenti che hanno influenzato il mondo del lavoro, specialmente per le donne.

Edgarda: Una carriera tra difficoltà e lotte sindacali

Edgarda, una piccola signora distinta con una sciarpa rossa elegante attorno al collo, ci ha subito fatto i complimenti, sorprendendosi nel vedere così tante ragazze iscritte a una scuola tecnica. "Ai miei tempi non era così", ha detto sorridendo, testimoniando come il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, soprattutto nelle scuole tecniche e nelle professioni industriali, fosse molto diverso. La sua carriera lavorativa è iniziata a 15 anni in una fabbrica di condensatori, all’inizio degli anni '60. Le sue parole risuonavano con una forza che raccontava il sacrificio e le difficoltà di un’epoca in cui le condizioni di lavoro erano molto diverse da quelle che conosciamo oggi. Raccontava di lavorare 9 ore al giorno, incluso il sabato, a stretto contatto con sostanze tossiche senza alcuna protezione, un dato che mette in evidenza la scarsa attenzione che c’era per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Negli anni '60, infatti, non esistevano ancora i dispositivi di protezione individuale che usiamo oggi, noi studenti, nel laboratorio di chimica, e le lotte per ottenere migliori condizioni di lavoro erano appena all'inizio.

Il percorso di Edgarda all’interno della fabbrica è stato segnato dall’impegno, che l’ha portata a essere promossa da apprendista a operaia. Ma la sua carriera non si è fermata a quello che molti avrebbero considerato il traguardo: il suo coinvolgimento con il sindacato FIOM è arrivato poco dopo, quando si è iscritta per difendere i diritti dei lavoratori. Questo impegno sindacale ha preso piede grazie anche alla sua famiglia politicizzata, che l’ha sempre sostenuta nelle sue scelte.

Vanna: Impegno sindacale per i diritti dei pensionati

Vanna oggi si occupa di difendere i diritti dei pensionati, un impegno che svolge con passione e dedizione. Con più di 80.000 iscritti a Bologna, l’organizzazione di cui fa parte si occupa di dare supporto ai pensionati, affrontando le problematiche legate alla salute, all’isolamento sociale e alle difficoltà quotidiane degli anziani. Ma Vanna ha un legame profondo anche con la storia del movimento sindacale, avendo partecipato attivamente alle lotte del sindacato negli anni sessanta. Racconta di come, in quel periodo, i sindacati fossero alleati con le imprese, a volte sotto forma di consorzi del lavoro, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro e ottimizzare la produzione.

Il suo ingresso nel sindacato è avvenuto in modo naturale, grazie alla sua attenzione alle condizioni di lavoro e alla sua voglia di migliorare la vita dei colleghi. Vanna ci ha raccontato che pur avendo avuto la possibilità di fare carriera nel sindacato, ha deciso di mantenere il contatto con la produzione e di continuare a lavorare sul campo. Una delle conquiste che considera più significative è la formazione dei lavoratori, un’opportunità che le ha permesso di migliorare le proprie competenze e di difendere in modo più efficace i diritti dei lavoratori.

Un’occasione per riflettere sul mondo del lavoro oggi

Le testimonianze di Edgarda e Vanna sono state un’importante lezione di storia viva. Oggi, nel contesto del nostro lavoro, è fondamentale ricordare come il movimento sindacale abbia lottato per migliorare le condizioni di lavoro e come le donne abbiano avuto un ruolo centrale in questo cambiamento. Le loro esperienze dimostrano quanto sia stato difficile, ma anche quanto sia stato importante, combattere per l’uguaglianza e i diritti nel mondo del lavoro, soprattutto in settori come quello metalmeccanico, storicamente considerato "maschile".

Oltre a questo, il confronto diretto con queste due donne ci ha offerto anche l’opportunità di riflettere sul tema delle pari opportunità, per contrastare gli stereotipi di genere che ancora oggi influenzano il mondo del lavoro. Ascoltare i racconti di chi ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà e le conquiste del passato è stato un momento di crescita, che ci ha invitato a pensare al futuro con maggiore consapevolezza e impegno.

Questa visita al Museo del Lavoro non è stata solo un incontro con la storia, ma anche un’opportunità per noi ragazzi di comprendere meglio le sfide, le lotte e le conquiste legate al mondo del lavoro, un mondo che oggi è più inclusivo, ma che ha ancora molta strada da fare.

Ultima revisione il 16-05-2025